1932, l’elefante e il colle perduto
Quando un’apertura della strada distrugge ma allo stesso tempo rivela quanto di prezioso si può trovare scavando.
In soli due anni, 1931-32, veniva modificata per sempre la fisionomia di Roma, attraverso lo sbancamento del colle Velia, una delle alture della città, ricca di testimonianze archeologiche. L’intervento era necessario per la riprogettazione urbanistica dell’area dei Fori Imperiali.
Il colle si estendeva tra il Palatino e l’Oppio e separava l’area dei Fori Imperiali e il Colosseo. In soli due anni, veniva eseguito lo sbancamento per poter realizzare una strada tra piazza Venezia e Colosseo, la via dell’Impero (oggi via dei Fori Imperiali), inaugurata il 28 ottobre 1932, in ricordo del decennale della Marcia su Roma.
La mostra, prorogata al 2 ottobre, è stata realizzata per ricordare un’occasione importante, i 90 anni dalla scoperta dei resti fossili di un elefante Elephas (Palaeoloxodon) antiquus, ora restaurati, avvenuta durante gli scavi.
In quattro sezioni lo spettatore, come in un viaggio nel tempo, rivive le tappe fondamentali di questo importante cambiamento urbanistico, attraverso un centinaio di opere, quali reperti archeologici, disegni, acquerelli, progetti, filmati d’epoca.
1. La prima sezione mostra l’intervento dello sbancamento della Velia, evidenziandone anche i rinvenimenti durante gli sterri e la modalità di raccolta di reperti archeologici, senza alcun criterio scientifico e in maniera casuale. Esposti una selezione di materiali archeologici rinvenuti, disegni e progetti.
2. La seconda sezione è dedicata al complesso di Villa Rivaldi con il suo giardino, costruita nel 1542 da Eurialo Silvestri sulla sommità del colle, che venne distrutta dai lavori.
3. Si prosegue con i resti di una domus romana di epoca imperiale, su due livelli, con, al piano inferiore, un criptoportico con ninfeo, e, al piano superiore, un cortile porticato. In esposizione quattro frammenti di affreschi, insieme a riproduzioni con acquerelli.
4. Infine, la scoperta del 20 maggio 1932 del cranio e la zanna sinistra dell’antico elefante Elephas (Palaeoloxodon) antiquus, rinvenuto nello strato geologico a circa 11 m dalla sommità della collina. Alcuni acquerelli rivelano le fasi di apertura della Velia, la stratificazione geologica e i resti dell’elefante sul tracciato della via dell’Impero.
A sinistra: Affresco con raffigurazione di figura femminile, probabile menade (fine II –inizi III sec. d.C.) (© Roma – Sovrintendenza Capitolina ai Beni Culturali – Musei Capitolini). A destra: O. FERRETTI, Demolizioni per l’apertura di via dell’Impero con i resti dell’elefante preistorico, olio su cartone (1932) (© Roma – Sovrintendenza Capitolina ai Beni Culturali – Museo di Roma)
Emanuela Teta
Dal n.2-3-4-5 2022 La Gazzetta della Capitale