A Roma incassati 172 mlioni il 50% deve andare alla sicurezza stradale, diffida del Codacons
Mentre si aspettano fondi dal Pnrr, come da un pozzo senza fondo, varie situazioni di degrado tormentano i rassegnati cittadini della capitale:
gli incendi spesso dovuti a incuria e mancato sfalcio delle erbacce rinsecchite dalla torrida estate; tronchi di pini tagliati lungo la via Cristoforo Colombo e nella pineta di Castel Porziano che non vengono reimpiantati, lasciando i ceppi abbandonati in uno stato deprimente (vedi foto sotto).
Mentre se tale azione la eseguisse un semplice cittadino, giustamente, andrebbe incontro a multe salatissime (delibera 17 del 2021).
E che dire dei tombini otturati, che, non facendo defluire le acque piovane, sono causa di allagamenti delle vie della città? Per non parlare delle strade che sono un colabrodo, buche, avvallamenti pericolosi per autoveicoli, moto, biciclette e monopattini.
Chi multerà il Comune?
Forse la risposta arriverà da un esposto/diffida, da parte del Codacons, in Procura e alla Corte dei Conti per fare chiarezza sul caso dei proventi delle multe a Roma Capitale che non sarebbero stati investiti – come prevede la legge – per la sicurezza della circolazione.
Infatti “le Amministrazioni locali sono tenute a utilizzare una quota dei proventi delle multe -si legge nell’esposto- per interventi di manutenzione e messa in sicurezza delle infrastrutture stradali, compresa la segnaletica stradale e le barriere, nonché al potenziamento delle attività di controllo e accertamento delle violazioni in materia di circolazione stradale”.
Dal Modello di Relazione estratto dal portale del Ministero dell’Interno (per i proventi riferibili al 2023), però, sembrerebbe che il Comune di Roma non abbia ancora investito le somme assegnate per la manutenzione e la messa in sicurezza stradale.
Nel 2023 sono entrati in cassa 172 milioni di euro grazie alle multe stradali, ben 39,5 milioni di euro in più rispetto all’anno precedente, con una crescita degli incassi del +29,7% in un solo anno – analizza il Codacons.
Nel dettaglio 165 milioni di euro provengono dalle sanzioni ordinarie, 7,5 milioni da quelle elevate tramite autovelox. La rendicontazione prodotta da Roma Capitale certifica anche come sono stati utilizzati i soldi incassati tramite le multe, proventi che, come noto, devono essere utilizzati al 50% per interventi sul fronte della sicurezza stradale (segnaletica, manto stradale, illuminazione, ecc.), mentre il 100% degli incassi garantiti dagli autovelox deve essere destinato alla sicurezza stradale – ricorda il Codacons.
Analizzando tale rendicontazione vedere box a lato) si scopre che il Comune li ha destinati nel 2023 solo alla Polizia locale di Roma Capitale e nemmeno un centesimo alla sicurezza lasciando molte strade piene di buche, illuminazione carente e segnaletica spesso oscurata dalle piante lungo le strade”.
Quindi del 50% dei proventi, circa 86 milioni, ne sono stati utilizzati solo una piccola parte (poco meno di 14 milioni!)
Con la diffida del Codacons il Comune dovrà rispondere su che fine abbia fatto il restante 72 milioni se era costretto dalla legge a impiegare i proventi delle sanzioni pecuniarie derivanti da violazioni del Codice della Strada, in conformità a quanto disposto dagli artt. 142 commi 12 bis, 12 ter, 12 quater e 208 (proventi delle sanzioni amministrative, ndr) del Codice della Strada?
“Impossibile non domandarsi a questo punto -conclude il Codacons-, che fine abbia fatto l’Osservatorio sulle multe stradali introdotto nel 2023 e che sarebbe dovuto entrare in funzione entro 90 giorni dalla conversione del decreto-legge 22 giugno 2023, n. 75 in Legge 10 agosto 2023, n. 112 (pubblicata il 16 agosto 2023)?”
Che risposta arriverà dal Comune come giustificazione alla Corte dei Conti?
Gerardo Teta
Da La Gazzetta della Capitale n.9/2024