Una mostra sulle origini della tragedia e della commedia
Si apre il sipario a teatro ma gli spettatori non sono dell’antica Roma e dell’Atene di Pericle ma i romani del ventunesimo secolo: siamo al museo dell’Ara Pacis con la mostra Teatro. Autori, attori e pubblico nell’Antica Roma.
I visitatori in un viaggio immersivo possono esplorare il dietro le quinte, i palcoscenici e gli spalti degli antichi teatri, attraverso presentazioni multimediali, tra cui riprese aeree, videomapping, mappe interattive e video di attori che recitano le vite degli autori e dei protagonisti del teatro antico. Le maschere sono il filo conduttore della mostra, dalle più antiche del V secolo a.C. a quelle spettacolari dell’epoca romana.
La mostra include più di 240 opere provenienti da 25 prestatori, offrendo uno sguardo dettagliato sulla vita e l’arte teatrale dell’antica Grecia e Roma con un percorso espositivo cronologico diviso in sette sezioni.
Sono presenti percorsi e installazioni multisensoriali per garantire inclusività, con audiodescrizioni, video LIS e riproduzioni tattili di opere e strumenti musicali.
Genesi. In principio fu Dioniso
Il teatro ha origine dalle celebrazioni religiose in onore di Dioniso, dio della linfa vitale e dell’ebrezza. La tragedia sarebbe nata dal ditirambo, un canto corale in onore di Dioniso con attori vestiti da satiri; mentre la commedia aveva origine dalle processioni falliche, le falloforie, in onore del dio, dove veniva portato un grande fallo di legno, tra vivaci scambi di battute tra i partecipanti.
Durante le Grandi Dionisie, tenutesi ad Atene a partire dal 534 a.C., si svolgevano rappresentazioni tragiche, commedie e cori di ditirambi in gara tra loro, coinvolgendo cittadini di diverse classi sociali e condizione economica.
Il teatro greco, che aveva una funzione educativa, era fondamentale per la democrazia ateniese.
Tra il V e II secolo a.C. il teatro greco ha prodotto numerose commedie e tragedie, ma molte opere sono andate perdute nel tempo. Eschilo introdusse l’uso delle maschere, che avevano anche un significato religioso: molte sepolture hanno restituito piccole maschere di Dioniso. In mostra sono presenti antiche maschere, tra cui una in terracotta da Siracusa e opere come una kylix attica con una scena di falloforia e il vaso di Pronomos che fornisce informazioni sul dramma satiresco, essendovi rappresentata una compagnia teatrale (foto sopra).
Radici italiche e della Magna Grecia
La sezione si concentra sul ruolo dell’Etruria, della Magna Grecia e dei popoli italici nello sviluppo del teatro latino. Roma conquistò Campania, Magna Grecia e Sicilia, dove il teatro era popolare con tragedie e farse. In Campania si tenevano spettacoli come l’Atellana che ispirò Plauto a Roma, mentre in Magna Grecia e Sicilia venivano messe in scena le fliaciche, parodie di miti greci e tragedie, con maschere grottesche. Spettacoli simili si tenevano anche in Etruria durante celebrazioni funerarie con danzatori, acrobati e maschere. In particolare, a Tarquinia sono state ritrovate piccole maschere in terracotta provenienti da contesti funerari o votivi. Le opere esposte includono maschere miniaturistiche, statuine di attori, danzatori e giocolieri e la rappresentazione della “nascita di Elena dall’uovo” su un vaso magnogreco.
La commedia…
La letteratura latina ebbe inizio con Livio Andronico, un greco venuto a Roma dopo la conquista di Taranto. La commedia a Roma si ispirava alla Commedia Nuova dei greci, soprattutto a Menandro, con temi quotidiani e personaggi stereotipati con Plauto, evolvendo poi in personaggi riflessivi e introspettivi con Terenzio.
Le rappresentazioni teatrali all’età tardorepubblicana diventarono più legate al divertimento piuttosto che alle feste religiose, con le maschere che divennero un motivo decorativo nel teatro e nelle dimore patrizie.
…La tragedia…
Nel III secolo a.C. a Roma ebbe inizio la produzione di tragedie, con autori come Livio Andronico, Nevio, Ennio e poi Seneca nell’età imperiale. Il genere del mimo e del pantomimo divennero molto popolari, consentendo anche alle donne di recitare. Il mimo includeva balletti, parti cantate e scene comiche, mentre i pantomimi, con artisti mascherati, interpretavano trame mitiche solo con gesti e danze. Un mosaico vaticano fornisce un raro esempio di mimo.
Spettacoli e musica
La sezione descrive le vite dei protagonisti della scena e l’organizzazione degli spettacoli, con una varietà di performers tra cui attori, musicisti, ballerini e contorsionisti, che formavano compagnie teatrali.
La musica era parte integrante degli spettacoli, con musicisti che suonavano strumenti come la tibia, l’organo, la lira e la cetra. La mostra presenta repliche di strumenti musicali antichi, come l’Organo di Aquincum (foto a lato). Viene inoltre esaminata la produzione di artigiani che realizzavano maschere, con esempi di modelli di maschere in gesso comiche e tragiche provenienti da Pompei.
L’architettura
La struttura del teatro, nata in Gre-cia, era composta da una cavea a gradini, su un collina, in semicerchio per il pubblico, un’orchestra per il coro e una scena sopraelevata.
Nei teatri romani, la cavea era sostenuta da sostruzioni di arcate e l’intera struttura era più chiusa. In totale, vi erano circa 1000 teatri e odea, per le rappresentazioni musicali, tra Grecia e Roma in età imperiale.
A Roma, prima del I secolo a.C., i teatri erano temporanei, ma poi furono costruiti tre grandi teatri in muratura: il teatro di Pompeo, il teatro di Cornelio Balbo e il teatro di Marcello.
Il teatro di Pompeo, il primo teatro stabile, aveva 20.000 posti e fu costruito nel 55 a.C. camuffando la cavea come gradinata per un tempio dedicato a Venere, per eludere il divieto di costruzioni in muratura.
Il teatro di Marcello, ancora visibile, aveva 15.000 posti e cavea e scena decorate con marmi pregiati e maschere teatrali sulla facciata. In esposizione ci sono anche affreschi provenienti dal teatro di Nemi, che potrebbero aver decorato un camerino con raffigurazioni di scena e attrezzi teatrali come copioni e calzature degli attori.
Su una mappa interattiva touch-screen sono presenti informazioni e foto dei teatri greci e romani in età imperiale.
Il teatro classico
In conclusione, la modernità si fonde con l’antico attraverso una panoramica sulla vitalità del teatro classico dal Novecento a oggi, con locandine storiche di spettacoli realizzati al teatro greco di Siracusa, montaggi video di spettacoli contemporanei e altre testimonianze materiali e fotografiche, riferite in particolare all’esperienza del “Vantone”(Lo spaccone) di Pasolini, una traduzione in gergo romanesco del Miles gloriosus.
(Foto da Ufficio stampa Zètema Progetto Cultura)
Emanuela Teta
Da La Gazzetta della Capitale n. 10/2024