Tra i vari emendamenti proposti l’abbassamento dei soffitti a mt 2,40
Arrivano i “Dieci Comandamenti?” del Salva-Casa, ma solo il 28 luglio, data di conversione del DL 69 del 29 maggio 2024, si saprà di eventuali cambiamenti nel testo.
Questi emendamenti mi portano a pensare al famoso film-commedia del 1973, “Pane e cioccolata” con Nino Manfredi che, nelle vesti del protagonista emigrante, incontrò in un pollaio alcuni connazionali italiani che vi abitavano camminando piegati per l’altezza minima del soffitto.
Contro ogni regola di abitabilità e comfort degli edifici. Non vorrei trovarmi a veder costruire case con soffitti di altezza 240, comunque tant’è.
Questi sono gli emendamenti proposti dalla Lega, alcuni dei quali davvero bizzarri come quelli delle altezze dei soffitti:
1) Il Salva Milano: per sbloccare i cantieri sequestrati dalla magistratura, basterà far valere il permesso con Scia rilasciato dalle amministrazioni comunali.
2) Richiesta da indirizzare al Mit di «adottare un Piano nazionale» di edilizia popolare “volto a fornire risposte concrete al disagio abitativo”.
3) Per quanto riguarda la superficie minima: 20 metri quadri per un appartamento destinato a una persona, 28 per due.
4) L’altezza minima dei soffitti dovrebbe passare da 2,70 a 2,40 metri, se sussistano le condizioni di aerazione e luminosità adeguate all’abitabilità.
5) Poter cambiare la destinazione d’uso abitativa o commerciale per i locali al piano terra.
6) Sul fronte delle tolleranze costruttive ed esecutive, le modifiche introdotte dalla prima versione del Salva-casa varranno anche per gli immobili costruiti in futuro.
7) Per l’agibilità sarà sufficiente il certificato di un tecnico del Comune o dell’Asl.
8) Si potranno estendere le sanatorie – con l’ultima documentazione disponibile – anche per le strutture realizzate prima del 1977.
9) A chi presenta richieste per farsi autorizzare i piccoli abusi, l’amministrazione potrà pretendere soltanto lavori correttivi “necessari e imprescindibili per la sicurezza”.
10) Ridurre il potere sostitutivo delle Regioni che non dovranno avere dieci anni di tempo per annullare il titolo edilizio già rilasciato.
Gerardo Teta
Da La Gazzetta della Capitale n. 4-5-6/2024