Vengono alla luce i resti di un quadriportico di età repubblicana della Porticus Minucia al Campo Marzio, nei pressi di largo Argentina

La storia di Roma la si può studiare in due modi, o consultando le fonti dalle opere degli antichi (ved. l’archeologo Filippo Coarelli) o “leggendo” le stratigrafie dei terreni scavati che ricostruiscono l’evoluzione del territorio attraverso i secoli (ved. il famoso cantinone all’Università La Sapienza dell’archeologo Andrea Carandini).
Così ad esempio si potranno conoscere le varie epoche, Romana, Medievale, Rinascimentale, Ottocentesca sino ad oggi, attraverso gli scavi che saranno visibili nel futuro Museo, a 85 metri di profondità della costruenda stazione di piazza Venezia della linea C, quando sarà inaugurata (forse nel 2032?).
O attraverso ritrovamenti casuali di antichi reperti per lavori di posizionamento dei cavi nelle strade o per realizzare fondamenta di edifici. Come per il ritrovamento avvenuto durante i lavori a Palazzo Lares Permarini in via delle Botteghe Oscure 46, di una parte della Porticus Minucia, il monumentale quadriportico con doppio colonnato (rendering nella foto a lato della Soprintendenza Speciale di Roma), costruito in epoca repubblicana, nel Campo Marzio, dove avvenivano le cosiddette frumentationes, ovvero le distribuzioni gratuite di grano alla plebe. Gli antichi manufatti sono stati ritrovati durante una ristrutturazione dell’edificio per la realizzazione di un hotel 5 stelle della linea Radisson Collection, grazie alla collaborazione tra Finint Investments, società di gestione del risparmio del Gruppo Banca Finint, e la Soprintendenza Speciale di Roma. Tutti i reperti, che saranno visitabili al piano interrato dell’hotel, saranno illustrati attraverso un video multimediale, che ne mostra la ricostruzione tridimensionale.
Lo scavo, effettuato tra maggio e luglio del 2020, ma reso noto al pub-blico nei primi mesi di quest’anno, è stato diretto dall’archeologa della Soprintendenza Marta Baumgartne: “La scoperta è per noi motivo di orgoglio perché, per la prima volta, vediamo i muri della Porticus Minucia in elevato e le decorazioni marmoree che li impreziosivano: possenti blocchi di tufo uniti da grappe e rivestiti, almeno nella parte inferiore con lastre di marmo. Un secondo dato importante è la collocazione del limite orientale della Porticus Minucia, noto ma ora posizionato in modo esatto”.
In verità le due file di blocchi di peperino quadrangolare ritrovate e che racchiudevano i quattro templi dell’area sacra di Largo Argentina a Roma, nell’antico Campo Marzio, si aggiungono a reperti già evidenziati negli scavi del 1983 alla Cripta Balbi.
Sono due i portici: il primo è la Porticus Minucia Vetus, costruito nel 107 a.C. da Marco Minucio Rufo, e in seguito al suo trionfo sugli Scordisci, una popolazione stanziata a sud del corso inferiore del fiume Sava, nell’odierna Slovenia, si istituirono le frumentationes.
Il secondo era la Porticus Minucia Frumentaria, realizzata in epoca posteriore con l’imperatore Claudio (prima metà del I secolo d.C.).
In quell’epoca la Porticus arrivò a comprendere al suo interno anche il tempio delle Ninfe, nell’attuale via delle Botteghe Oscure, e divenne il centro amministrativo di controllo e di effettiva distribuzione di grano alla plebe che si protrasse sino al III secolo d.C.

Gerardo Teta
Da La Gazzetta della Capitale n. 3/2024