In una zona già caotica per traffico e inquinamento
Dalla padella nella brace? Questo potrebbe diventare lo spostamento del luogo dove realizzare il nuovo stadio della Roma.
Infatti esclusa la zona di Tor di Valle, soprattutto per l’impossibilità di essere costruito in quest’area con grossi problemi idrogeologici oltre che giudiziari, tra le varie ipotesi ne è stata scelta un’altra: quella compresa fra via dei Monti Tiburtini, la Tangenziale Est, la stazione Tiburtina e via Tiburtina. Da qui il nuovo progetto presentato al Comune, come previsto dalla “legge stadi”, la 147 del 2013.
Successivamente, la Roma ha depositato anche lo studio di fattibilità, con tavole, mappe relazioni e la formale richiesta al Campidoglio di indire la Conferenza di Servizi preliminare.
90 sono i giorni di tempo per concludere tutti i lavori amministrativi e tecnici tra Regione, Città Metropolitana, Soprintendenze, Ministeri, Società dei pubblici servizi, che dovranno verificare se esistono motivi ostativi insormontabili e irrisolvibili all’approvazione del progetto con eventuali prescrizioni.
In caso di accoglimento dello Studio di Fattibilità, la Giunta Gualtieri potrà deliberare.
Poi la palla passerà alle varie Commissioni Consiliari Urbanistica, Lavori pubblici, Mobilità, Ambiente, Patrimonio e Sport – con il coinvolgimento del territorio locale, il Municipio IV.
Infine l’Assemblea capitolina potrà votare il testo, attribuendogli, eventualmente, la validità di pubblico interesse.
Per concludere, per i primi di gennaio si dovrebbe conoscere l’esito se questo stadio s’ha da fare.
Ma i cittadini cosa dicono?
La prima cosa, la realizzazione del parco previsto dal progetto, poi, come si intende migliorare la viabilità esistente già oggi carente e caotica per il traffico soprattutto per le vicine stazioni della metropolitana e dell’ospedale Sandro Pertini. Insomma per non cadere dalla padella nella brace!
Stadio Roma a Tor di Valle, piena assoluzione per Daniele Leoni
Il lungo iter dello stadio della Roma a Tor di Valle, iniziato nel 2013 e conclusosi nel 2021 con l’annullamento della sua realizzazione, era finito in tribunale tra varie vicissitudini. E nel tritacarne delle carte giudiziarie, era sprofondato, tra gli altri, anche l’ingegnere Daniele Leoni, che aveva partecipato all’epoca, come funzionario del Dpau del Comune di Roma, alla Conferenza dei Servizi per l’approvazione del progetto Nuovo stadio e per formulare un parere in merito ai criteri di calcolo degli oneri da porre a carico del proponente. Senza entrare nei particolari della sentenza, Leoni ne è uscito totalmente scagionato da ogni accusa, ed è stato assolto “dal reato ascrittogli perché il fatto non sussiste”, con sentenza del 17/11/2021 n.15417.
“Insomma finalmente è stata scritta la parola fine -ha dichiarato Leoni- dopo tre anni di ansia e di sconforto, che in alcuni momenti si sono tramutati in depressione, sono ritornato a vivere, e per qualcosa che non avevo commesso”(G.Te.).
Gerardo Teta
Dal n.9/12 2022 La Gazzetta della Capitale
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